E' di oggi la pubblicazione del rapporto annuale sull’impatto ambientale dei trasporti in Europa, presentato dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA) nell'ambito del Transport and Environment Reporting Mechanism (TERM).
I fattori valutati non sono solo quelli relativi al rilascio in atmosfera di gas serra, con conseguente inquinamento atmosferico, ma anche quelli legati all'inquinamento acustico.
Per quest'anno, la qualità della mobilità ha fatto progressi, ma il piccolo miglioramento riscontrato non sarebbe solo frutto di strategie idonee, ma anche della recessione economica che sta investendo l'Europa.
L'incognita rimane il futuro e quel che succederà quando la crisi sarà passata: la sfida sarà quindi quella di aver pronte delle politiche ambientali innovative per affrontare la ripresa.
Come sottolineato nel documento, il principale problema ambientale della mobilità in Europa rimane legato alle emissioni di NO₂, che non sono ancora state riportate entro i limiti stabiliti dall'Unione, e delle flessioni troppo lente degli altri gas serra. A poco sono serviti i motori EURO delle auto, come a poco sono servite le innovazioni apportate alle navi da carico, sempre più utilizzate per spostare merci, che hanno permesso una riduzione dell'ossido di zolfo (responsabile delle piogge acide) del solo 14% dal 1990.
Il confronto con il 1990 nasce dal fatto che questo è l'anno di riferimento per gli obiettivi che l'Unione si è posta di raggiungere nel 2050: per quell'epoca ci si prefigge la riduzione del 60% di emissioni di gas serra.
Per raggiungere questi risultati, bisogna accelerare sulla ricerca tecnologica e, secondo il rapporto, l'unica vera soluzione è da ricercare nello sviluppo dei motori elettrici.
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