Nonostante i numerosi vantaggi per l'ambiente e per le finanze pubbliche che una riforma del sistema di sovvenzioni alla produzione e al consumo di combustibili fossili potrebbe avere, una politica in tal senso stenta a diffondersi tra i paesi industrializzati.
Una delle possibili cause di questo ritardo potrebbe essere la mancanza di informazioni in merito alla quantità e al tipo di misure di sostegno in atto: ora questa mancanza sembra essere stata colmata con la pubblicazione da parte dell'OCSE dell'Inventory of Estimated Budgetary Support and Tax Expenditures for Fossil Fuels 2013.
Una delle possibili cause di questo ritardo potrebbe essere la mancanza di informazioni in merito alla quantità e al tipo di misure di sostegno in atto: ora questa mancanza sembra essere stata colmata con la pubblicazione da parte dell'OCSE dell'Inventory of Estimated Budgetary Support and Tax Expenditures for Fossil Fuels 2013.
L'Agenzia internazionale dell'energia (AIE) monitora già i dati sulle sovvenzioni di questo tipo a livello mondiale, e secondo il World Energy Outlook 2012, queste nel 2011 sono state pari a 523 miliardi di dollari, in crescita di quasi il 30% rispetto al 2010 e sei volte maggiori dei sussidi erogati per le energie rinnovabili. Tuttavia, l'AIE non rileva le agevolazioni fiscali ai produttori e ai consumatori, come invece fa il rapporto OCSE.
Ebbene, secondo quest'ultimo, le sovvenzioni ai combustibili fossili nei soli paesi OCSE tra il 2005 e il 2011 hanno avuto un valore complessivo compreso tra i 55 e i 90 miliardi di dollari all'anno.
La mancanza di dati non è però l'unica difficoltà che si oppone a un'eventuale riforma: le ripercussioni economiche della cancellazione delle sovvenzioni sarebbero immediate e molto sentite, mentre i benefici sarebbero più a lungo termine e meno percepiti. Il rapporto sottolinea inoltre come coloro che cercano di bloccare la riforma siano spesso meglio informati e meglio organizzati rispetto a coloro che vorrebbero cambiare la situazione.
Per ovviare a questa mancanza, l'OCSE indica una serie di accorgimenti per migliorare la possibilità di riuscita di questo tipo di riforma, primo tra i quali quello di migliorare la disponibilità, l'accessibilità e la trasparenza dei dati raccolti. In secondo luogo, consiglia di provvedere al supporto finanziario di quei gruppi sociali che andranno a soffrire per l'eliminazione degli aiuti, e, in terzo luogo, per quanto possibile, di integrare l'eliminazione delle sovvenzioni in pacchetti che includano più ampie riforme strutturali.
Infine, cosa più importante di tutte e forse tra le più difficili, non solo per il nostro Paese, viene sottolineata la necessità di garantire la credibilità dell'impegno del governo nell'utilizzare i fondi pubblici liberati in questo modo in maniera costruttiva.
Ebbene, secondo quest'ultimo, le sovvenzioni ai combustibili fossili nei soli paesi OCSE tra il 2005 e il 2011 hanno avuto un valore complessivo compreso tra i 55 e i 90 miliardi di dollari all'anno.
La mancanza di dati non è però l'unica difficoltà che si oppone a un'eventuale riforma: le ripercussioni economiche della cancellazione delle sovvenzioni sarebbero immediate e molto sentite, mentre i benefici sarebbero più a lungo termine e meno percepiti. Il rapporto sottolinea inoltre come coloro che cercano di bloccare la riforma siano spesso meglio informati e meglio organizzati rispetto a coloro che vorrebbero cambiare la situazione.
Per ovviare a questa mancanza, l'OCSE indica una serie di accorgimenti per migliorare la possibilità di riuscita di questo tipo di riforma, primo tra i quali quello di migliorare la disponibilità, l'accessibilità e la trasparenza dei dati raccolti. In secondo luogo, consiglia di provvedere al supporto finanziario di quei gruppi sociali che andranno a soffrire per l'eliminazione degli aiuti, e, in terzo luogo, per quanto possibile, di integrare l'eliminazione delle sovvenzioni in pacchetti che includano più ampie riforme strutturali.
Infine, cosa più importante di tutte e forse tra le più difficili, non solo per il nostro Paese, viene sottolineata la necessità di garantire la credibilità dell'impegno del governo nell'utilizzare i fondi pubblici liberati in questo modo in maniera costruttiva.

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