Il ruolo del sequestro diretto di carbonio nel costo economico della lotta ai cambiamenti climatici

E' ormai sempre più frequente trovare studi che valutano l'accoppiata tra utilizzo di energia da biomassa e sistemi di cattura e stoccaggio di carbonio nel terreno per la lotta ai cambiamenti climatici. 
Ora uno studio ne valuta anche l'impatto economico.

La rimozione diretta della CO2 dall'atmosfera potrebbe essere un aiuto per mitigare gli immensi costi economici previsti dalle politiche di riduzione delle emissioni di gas serra.
Uno studio pubblicato dal Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) mostra infatti che l'uso di biomasse per la produzione di energia, combinato con sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), potrebbe essere utilizzato in determinate condizioni per ridurre le voci di spesa più ingenti, anche se certo non sarebbe sufficiente da solo a sostituire le quote di riduzioni di emissioni previste.
La rimozione dall'atmosfera dell'anidride carbonica permette di separare il controllo delle emissioni dal tempo e dal luogo delle emissioni effettive. Questo può essere importante per settori come quello dei trasporti, per il quale sarebbe difficile, e quindi molto costoso, abbandonare i combustibili fossili. In questo modo le emissioni non eliminate potrebbero essere compensate ad esempio dalla coltura di piante che succhiano anidride carbonica dall'aria per crescere, e che poi possono essere processate in impianti bioenergetici dove la CO2 viene stoccata sottoterra.
Altre opzioni per la rimozione di anidride carbonica dall'atmosfera possono poi includere approcci di rimboschimento e soluzioni chimiche, come la cattura diretta dall'atmosfera o le reazioni della CO2 con altri minerali per formare dei carbonati. L'uso di biomassa per la produzione di energia in combinazione con la cattura e lo stoccaggio del carbonio è tuttavia l'opzione meno costosa, purché sia disponibile sufficiente materia prima per la biomassa.
In termini economici, questa flessibilità permette di ridurre i costi di compensazione per le emissioni che sarebbero più costosi da eliminare: questo significa che una graduale eliminazione delle emissioni globali entro la fine del secolo non richiederà necessariamente di eliminare letteralmente ogni fonte di emissioni. Inoltre, i costi per le future generazioni potranno essere ulteriormente ridotti man mano che altre tecnologie per la rimozione delle emissioni di anidride carbonica saranno scoperte.
Lo studio pubblicato ora è il primo a quantificare questo risparmio. Se l'accoppiata bioenergia più CCS è disponibile, allora i costi di mitigazione aggregati potrebbero essere dimezzati entro la fine del ventunesimo secolo. In mancanza invece di una strategia per la rimozione dell'anidride carbonica dall'atmosfera, i costi per le generazioni future aumentaranno in modo significativo, fino a quadruplicare nel periodo 2070-2090.
Naturalmente, ci sono serie preoccupazioni circa la sostenibilità su larga scala dell'uso della biomassa per l'energia, ma sono gli stessi ricercatori a dire che essa è stata usata solo come esempio del ruolo che la rimozione dell'anidride carbonica potrebbe svolgere nella mitigazione dei cambiamenti climatici.
Tutto questo però non deve essere in alcun modo visto come un pretesto per trascurare la riduzione delle emissioni: la parte del leone nel contrastare i cambiamenti climatici deve venire necessariamente da un grande sforzo a livello globale per ridurre i gas serra.

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