Per conoscere e prevedere i fenomeni naturali, gli esperimenti in laboratorio sono fondamentali poichè servono a creare e a studiare dei modelli replicabili che spiegano ciò che avviene, a dimensioni maggiori, in natura.
Tra i fenomeni più difficili da prevedere ci sono i terremoti.
Fino a oggi infatti c'è sempre stata una certa incertezza tra i geologi riguardo ai fattori che governano la creazione di nuove faglie nelle regioni dove le placche scivolano l'una sull'altra.
Testare in tempo reale le ipotesi sul modo in cui la crosta si comporta è evidentemente impossibile perchè i cambiamenti si svolgono lungo periodi che durano migliaia di anni, e la possibilità di ricostruire gli eventi a posteriori è limitata. Per questo, da tempo si ricerca un surrogato efficace della crosta terrestre per gli esperimenti in laboratorio.
Ora, l'edizione online del Journal of Structural Geology, pubblica uno studio che offre la prima analisi sistematica dell'evoluzione delle faglie intorno alle loro pieghe, ottenuta utilizzando un modello in argilla.
La modellizzazione in argilla è una tecnica relativamente nuova usata da pochi laboratori nel mondo, ma che sembra essere molto più adatta a questo scopo rispetto alla sabbia, materiale usato fino ad ora nella maggior parte dei modelli.
Per gli esperimenti alla base di questo studio, i ricercatori hanno usato una scatola riempita con il caolino, noto anche come argilla cinese, trattato in maniera tale da avere una viscosità simile a quella della crosta terrestre. In questo tipo di esperimenti, il problema legato all'utilizzo della sabbia era che essa non mantiene "memoria" delle faglie simulate; l'argilla invece si "ricorda" della faglia vecchia fino a quando questa non diventa così inefficiente nel gestire la piega da formare una faglia nuova: questo comportamento è molto più simile a quello che i geologi osservano sul campo. Grazie a questo modello, è poi possibile utilizzare una scansione laser per mappare la deformazione dell'argilla nel tempo e raccogliere dati quantitativi circa l'efficienza del sistema.
Avere dei modelli affidabili è quindi di fondamentale importanza per testare teorie che possono avere importanti implicazioni nella comprensione dei rischi sismici: più i geologi capiscono lo sviluppo delle faglie, infatti, più possono avere strumenti per capire l'evoluzione della terra e per predire il rischio di terremoti, riducendo la vulnerabilità di interi territori.
Tra i fenomeni più difficili da prevedere ci sono i terremoti.
Fino a oggi infatti c'è sempre stata una certa incertezza tra i geologi riguardo ai fattori che governano la creazione di nuove faglie nelle regioni dove le placche scivolano l'una sull'altra.
Testare in tempo reale le ipotesi sul modo in cui la crosta si comporta è evidentemente impossibile perchè i cambiamenti si svolgono lungo periodi che durano migliaia di anni, e la possibilità di ricostruire gli eventi a posteriori è limitata. Per questo, da tempo si ricerca un surrogato efficace della crosta terrestre per gli esperimenti in laboratorio.
Ora, l'edizione online del Journal of Structural Geology, pubblica uno studio che offre la prima analisi sistematica dell'evoluzione delle faglie intorno alle loro pieghe, ottenuta utilizzando un modello in argilla.
La modellizzazione in argilla è una tecnica relativamente nuova usata da pochi laboratori nel mondo, ma che sembra essere molto più adatta a questo scopo rispetto alla sabbia, materiale usato fino ad ora nella maggior parte dei modelli.
Per gli esperimenti alla base di questo studio, i ricercatori hanno usato una scatola riempita con il caolino, noto anche come argilla cinese, trattato in maniera tale da avere una viscosità simile a quella della crosta terrestre. In questo tipo di esperimenti, il problema legato all'utilizzo della sabbia era che essa non mantiene "memoria" delle faglie simulate; l'argilla invece si "ricorda" della faglia vecchia fino a quando questa non diventa così inefficiente nel gestire la piega da formare una faglia nuova: questo comportamento è molto più simile a quello che i geologi osservano sul campo. Grazie a questo modello, è poi possibile utilizzare una scansione laser per mappare la deformazione dell'argilla nel tempo e raccogliere dati quantitativi circa l'efficienza del sistema.
Avere dei modelli affidabili è quindi di fondamentale importanza per testare teorie che possono avere importanti implicazioni nella comprensione dei rischi sismici: più i geologi capiscono lo sviluppo delle faglie, infatti, più possono avere strumenti per capire l'evoluzione della terra e per predire il rischio di terremoti, riducendo la vulnerabilità di interi territori.

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