Quasi due millenni di storia climatica mondiale, anno per anno, nelle carote di ghiaccio estratte in Perù: questa la scoperta dei ricercatori della Ohio State University che hanno confrontato i dati delle carote recuperate dal Quelccaya Ice Cap, il più grande ghiacciaio delle latitudini tropicali, localizzato nella parte orientale delle Ande in Perù, con quelli di altre carote estratte in Tibet e sull'Himalaya.
Questo confronto ha rilevato delle inequivocabili corrispondenze, cosa che ha portato a identificare l'insieme delle perfette carote peruviane come la "Stele di Rosetta" dei ghiacci. I campioni prelevati in quest'area si presentano infatti in modo esemplare e a una risoluzione talmente dettagliata che è stato possibile risalire agli andamenti climatici di 1800 anni fa: ogni anno è infatti rappresentato da stratificazioni che alternano deposizioni di neve della stagione delle piogge (chiare), e deposizioni di detriti nella stagione secca (scure), facilmente identificabili e databili.
In quest'area le perturbazioni nevose giungono soprattutto da est e quindi dal versante amazzonico, ma la formazione dei ghiacci è influenzata anche da ovest, soprattutto negli anni in cui si verifica El Niño, fenomeno climatico ricorrente, guidato da anomalie di temperatura (che risultano più alte del normale) della superficie marina nel Pacifico tropicale. Grazie alla registrazione di questo fenomeno e attraverso l'analisi degli isotopi dell'ossigeno contenuti nel ghiaccio, è stato possibile stabilire la temperatura della superficie oceanica del Pacifico equatoriale da 1800 anni fa ad oggi.
Questo confronto ha rilevato delle inequivocabili corrispondenze, cosa che ha portato a identificare l'insieme delle perfette carote peruviane come la "Stele di Rosetta" dei ghiacci. I campioni prelevati in quest'area si presentano infatti in modo esemplare e a una risoluzione talmente dettagliata che è stato possibile risalire agli andamenti climatici di 1800 anni fa: ogni anno è infatti rappresentato da stratificazioni che alternano deposizioni di neve della stagione delle piogge (chiare), e deposizioni di detriti nella stagione secca (scure), facilmente identificabili e databili.
In quest'area le perturbazioni nevose giungono soprattutto da est e quindi dal versante amazzonico, ma la formazione dei ghiacci è influenzata anche da ovest, soprattutto negli anni in cui si verifica El Niño, fenomeno climatico ricorrente, guidato da anomalie di temperatura (che risultano più alte del normale) della superficie marina nel Pacifico tropicale. Grazie alla registrazione di questo fenomeno e attraverso l'analisi degli isotopi dell'ossigeno contenuti nel ghiaccio, è stato possibile stabilire la temperatura della superficie oceanica del Pacifico equatoriale da 1800 anni fa ad oggi.
Questa scoperta, favorita anche da innovazioni tecnologiche che hanno permesso che il prelievo e la conservazione delle carote fossero più efficienti, permetterà di avere una prospettiva temporale dettagliata e molto estesa sull'andamento del clima anche in epoche in cui l'industrializzazione non esisteva, e getterà nuova luce sui fenomeni attuali.
La conservazione di queste carote permetterà inoltre di custodire informazioni che, vista l'attuale ritirata del ghiacciaio, potrebbero andare perdute. D'altro canto la progressiva perdita di massa potrebbe restituire ulteriori tasselli utili a delinare la storia del clima, risalendo nei record fino a 6000 anni fa.

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